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Dental Colombo

Studio Dentistico e Laboratorio odontotecnico a Mortara

FAQ – Domande frequenti

Prima visita

La prima visita, completa di panoramica digitale, è fondamentale per avere un quadro clinico completo della tua bocca e nei nostri ambulatori è totalmente gratuita. In questa fase compilerai un questionario per conoscere eventuali patologie o farmaci che assumi regolarmente, queste poche domande ci aiutano a conoscerti meglio e rende più sicura la terapia e i tempi di lavoro.

Sulla base di tutte queste informazioni prepareremo un preventivo e sceglieremo insieme a te il tipo di lavoro e il materiale che intendi usare, tenendo conto delle tue aspettative e delle tue possibilità economiche.

 

Si consiglia di effettuare una visita di controllo dal dentista ogni sei mesi circa. É molto importante effettuare visite periodiche di controllo in modo che il dentista riesca a prevenire e intercettare l’insorgenza di problematiche come carie, tartaro o irritazione alle gengive.
I nostri pazienti di Busto Arsizio hanno avuto un grande miglioramento della salute dentale grazie alle visite dentistiche periodiche, evitando il peggiorare di carie e altre patologie insorgenti.

 

Si consiglia ai pazienti di effettuare la pulizia dei denti almeno una volta l’anno, recandosi dal dentista per una seduta di igiene orale professionale.

La pulizia dei denti dal dentista è in grado di effettuare un’igiene completa e professionale che va a completare il lavoro quotidiano di igiene orale da parte del paziente.

 

Nel caso di mal di denti forte la prima cosa che consigliamo è di assumere un antidolorifico come ad esempio l’ibuprofene, che calmerà e renderà più tollerabile il dolore ai denti. Una volta che il dolore viene calmato è importante contattare il proprio dentista in modo da prenotare una visita che verifichi lo stato di salute dei denti individuando la causa principale.

L’intervento del dentista è fondamentale per curare correttamente il mal di denti.
Nel caso in cui il mal di denti fosse eccessivo puoi rivolgerti ai nostri dentisti.

 

Sbiancamento dei Denti

Lo sbiancamento dentale è un trattamento cosmetico che rende i denti più bianchi. Possono essere sbiancati solo i denti naturali, vitali o devitalizzati e non denti protesizzati o otturazioni. Il meccanismo che interviene sulla schiaritura dello smalto si basa sulla liberazione di ossigeno da paste contenenti perossido di idrogeno o perossido di carbamide. L’ossigeno disgrega i pigmenti che colorano il dente e lo schiarisce.

Lo sbiancamento dentale si utilizza anche in discromie dovute a stati patologici (come ad esempio la fluorosi), causate dall’uso di tetracicline nell’infanzia, o da emorragie interne al dente.

I denti vitali possono essere trattati in studio, in office bleaching, oppure fornendo mascherine e prodotto sbiancante al paziente, che lo userà a casa secondo le indicazioni del dentista (walking bleaching).

Lo sbiancamento dei denti devitalizzati, che di norma ha ottimi risultati, si effettua in studio con l’inserimento della pasta sbiancante nel dente che, protetta da un’otturazione provvisoria, verrà rimossa ed eventualmente riapplicata la settimana successiva e fino a risultato ottenuto.

 

Lo sbiancamento dentale non fa male e non indebolisce lo smalto, è indispensabile però una visita preliminare dal dentista che valuterà la situazione dei denti e soprattutto delle gengive. Per poter eseguire il trattamento in sicurezza, i denti non devono avere carie e le gengive non devono essere infiammate.

Ovviamente, non devono esserci placca e tartaro, che impedirebbero l’effetto sbiancante. Si consiglia per cui, di sottoporsi prima a una seduta di igiene dentale professionale presso lo studio dentistico di fiducia. 

Dopo aver effettuato una seduta di sbiancamento dentale bisogna evitare cibi e bevande colorate e non fumare per almeno 24-48 ore, per non rischiare di ricolorare subito i denti.

 

La durata dell’effetto dello sbiancamento dentale nel tempo è piuttosto variabile e dipende da molti fattori, quali l’igiene orale del paziente, le abitudini alimentari, il fumo, etc.

In linea di massima un paio di anni è il tempo medio di durata del trattamento, dopo di che lo sbiancamento può tranquillamente essere ripetuto.

 

Può capitare che i denti sbiancati sviluppino un’ipersensibilità al freddo, la quale può essere ridotta dal dentista con prodotti specifici per denti sensibili. Quest’ultimi, possono essere applicati direttamente sui denti dall’odontoiatra o dall’igienista dentale. 

In alternativa, i principi attivi contenuti in appositi dentifrici desensibilizzanti, costituiscono un valido aiuto da utilizzare a casa, direttamente dal paziente durante le normali manovre di igiene orale. 

Dopo un trattamento sbiancante, è poi buona norma evitare cibi troppo caldi o troppo freddi, cibi acidi, zucchero o sale in eccesso. Il fenomeno di solito regredisce spontaneamente nel giro di qualche giorno.

 

Implantologia

Un impianto è una radice artificiale cilindrica o conica in titanio, che viene inserita dentro l’osso, andando così a sostituire la radice di un dente mancante.

La superficie dell’impianto è di solito a vite ed è trattata con sabbiatura e/o mordenzatura acida. Questi processi la rendono rugosa e fanno sì che aumenti la superficie di contatto con l’osso. Il processo di intimo contatto tra osso e impianto prende il nome di osteointegrazione. Dopo l’inserimento della radice artificiale, si sutura di norma la gengiva al di sopra e si lascia il tutto sommerso per il tempo necessario.

L’impianto dopo tre-quattro mesi dall’inserimento viene scoperto. Si effettua una piccola incisione e se ne espone la testa all’ambiente orale. Sulla testa dell’impianto verrà poi, con varie metodiche, avvitato o cementato un dente finto.

Esistono moltissimi sistemi implantari. È buona norma dire al paziente che tipo di impianto sia stato inserito e consegnargli il passaporto implantare. Si tratta di un importante documento che contiene misure e marca dell’impianto, il tipo, la data di inserimento e la componentistica utilizzata.

È preferibile che il dentista utilizzi impianti dentali ben testati, confermati dalla letteratura scientifica internazionale ed utilizzati in tutto il mondo.

 

Assolutamente no. Una volta fatta l’anestesia, la procedura di inserimento dell’impianto, in mani esperte è rapida e indolore. Anche il post-operatorio di norma è tranquillo, anche se possono insorgere lieve dolore, gonfiore e talvolta sanguinamento. 

farmaci idonei, uniti alla consulenza h24 del dentista, presente dopo ogni intervento di implantologia dentale, ridurranno l’incidenza di questi eventi.

 

È difficile dire con certezza quanto durano gli impianti dentali e, certamente, nessuno può garantirli a vita. Chi lo fa segue motivi esclusivamente commerciali. La durata degli impianti dipende da molti fattori, qui sotto vi riportiamo i più importanti:

  • La corretta igiene orale da parte del paziente e la sua costanza nei controlli periodici;
  • L’abilità del medico implantologo;
  • Il corretto inserimento;
  • Il carico successivo corretto, ossia la pressione masticatoria che verterà sull’impianto;
  • La selezione del paziente, poiché non tutti sono candidati ideali all’implantologia dentale;
  • La situazione generale di salute del paziente.

Ciò nonostante, la letteratura scientifica internazionale testimonia che, dopo dieci anni, su 100 impianti inseriti sono ancora funzionanti 90-96 impianti, a seconda delle sedi. Certamente i controlli periodici e le sedute professionali di igiene orale prolungano di molto la durata degli impianti.

 

Gli impianti dentali non sono soggetti a rigetto. Ciò nonostante, possono comunque fallire. Il fallimento precoce è dato dalla mancata osteointegrazione dell’impianto.
Questo problema si risolve facilmente inserendo un nuovo pilastro subito, oppure dopo un periodo di guarigione.

Il fallimento tardivo si chiama perimplantite e consiste nell’infiammazione dei tessuti che circondano la vite in titanio. Rappresenta la causa di fallimento di un impianto più frequente e va prevenuta attraverso i controlli periodici e le sedute di pulizia dentale professionale consigliate dallo specialista.

 

Si può mettere un impianto subito dopo aver estratto un dente, ma non sempre. A tale scopo, devono necessariamente essere soddisfatte alcune condizioni:

  • La cosa più importante è la condizione del sito dopo l’estrazione. L’osso deve essere sano, integro e deve garantire la stabilità dell’impianto, che deve essere fisso e non deve avere micromovimenti;
  • In generale gli impianti non vanno mai inseriti se la bocca non è sana. Quindi il paziente deve essere intervistato per escludere patologie. In particolare, deve essere prima effettuata la cura di un’eventuale malattia parodontale in corso;
  • Il paziente deve essere in grado di mantenere una corretta igiene orale, bisogna essere sicuri che si presenterà alle successive visite di controllo;
  • Dipende anche dalla sede dove si vuole posizionare l’impianto: non tutte sono candidate all’inserimento immediato. La presenza, per esempio, dei “buchi” lasciati dalle radici estratte di denti pluriradicolati, è un fattore che rende più complesso o talvolta impossibile il posizionamento dell’impianto subito dopo l’estrazione.

In letteratura è comunque descritto un successo inferiore degli impianti a carico immediato post estrattivi, rispetto a quelli inseriti in osso sano.

 

Assolutamente no, non tutti i pazienti risultano essere candidati ideali all’inserimento degli impianti dentali.

Esistono controindicazioni assolute come:

  • Infarto del miocardio insorto entro 6 mesi;
  • Angina pectoris instabile;
  • Gravi emopatie non compensate, che inficiano la coagulazione del sangue;
  • Gravi malattie sistemiche;
  • Paziente sottoposto in passato a radioterapia;
  • Diabete non controllato, con emoglobina glicata >9%;
  • Paziente trattato con bifosfonati.

Vi sono poi alcune controindicazioni relative:

  • Malattia parodontale, che deve essere trattata prima dell’intervento;
  • Fumo di sigaretta, abitudine di masticare tabacco;
  • Età: si sconsiglia l’inserimento implantare prima dei 20 anni.

Dovrà essere il dentista a selezionare i pazienti idonei all’intervento di implantologia dentale e ad escludere gli altri dalla terapia, proponendo un’altra soluzione per rimettere i denti persi e riabilitare comunque masticazione ed estetica orale.

 

Protesi

La protesi dentale è un manufatto, realizzato da un Odontotecnico abilitato sotto la prescrizione di un Medico Odontoiatra, utilizzato per rimpiazzare la dentatura originaria persa o compromessa per motivi funzionali e/o estetici. Sono i cosiddetti “denti finti” che devono sembrare “veri” e hanno la funzione di riabilitare l’estetica orale e la masticazione del paziente.

La disciplina della protesi dentaria è divisa in due branche:

  • laprotesi fissa, che riabilita il paziente con denti fissi su impianti o, ove presenti, su denti naturali utilizzati come pilastri, ai quali collegare gli elementi dentari mancanti;
  • laprotesi rimovibile, o mobile, che riabilita la masticazione con dispositivi che devono essere rimossi dalla bocca per le procedure di igiene quotidiana. Rientrano in questa categoria, ad esempio, le protesi mobili su impianti dentali o gli scheletrati con ganci.

 

La protesi mobile consiste nella sostituzione di denti mancanti o compromessi, attraverso l’applicazione di dispositivi protesici rimovibili come dentiere e scheletrati.

Al giorno d’oggi, grazie all’affermarsi dell’implantologia dentale, quasi a tutti si può applicare una protesi fissa. Molti pazienti, per motivi di malattie sistemiche, di mancanza di supporto osseo per gli impianti, per l’età avanzata o per motivi economici, vengono trattati con protesi rimovibili che, se ben fatte, sono confortevoli e ripristinano funzione ed estetica.

 

La protesi fissa è quella disciplina odontoiatrica che si occupa della sostituzione di denti mancanti o compromessi, con un manufatto fisso ancorato ai denti sani residui, oppure a degli impianti.

  • Le coroneo capsule sono manufatti, solitamente realizzati in porcellana, che ricoprono i denti compromessi per preservarli da problemi futuri e per aumentarne la resistenza;
  • pontiinvece sono costituiti da corone che vengono cementate a denti sani o a impianti, i quali fungono da pilastri e fanno da supporto ai denti finti, posizionati dove è presente lo spazio vuoto.

Spesso i ponti dentali sono più complessi e sostituiscono molti elementi persi su più di due pilastri.

Ciò che hanno in comune ponti e corone è che non si possono rimuovere, sono denti fissi e quindi più favorevolmente accettati dai pazienti.

 

Dipende dai materiali usati, dall’abilità e dall’esperienza del dentista e dell’odontotecnico, dalle loro conoscenze nel campo della protesi estetica dentale e del viso, oltre che dalla correttezza delle procedure utilizzate.

I materiali che abbiamo oggi a disposizione, come ad esempio le ceramiche senza metallo, ci consentono di ripristinare l’estetica dentale garantendo risultati estremamente naturali. Guarda qui qualche caso clinico.

Uno studio preliminare del viso e della bocca del paziente, anche con tecniche digitali, la conoscenza dei parametri estetici e funzionali, il trattamento atraumatico e preciso dei tessuti, consentono di ottenere risultati assolutamente naturali ed invisibili.

 

Da molti anni l’industria di settore si dedica alla produzione di ceramiche dentali sempre più estetiche. I ponti o le corone dentali in ceramica, non possono apparire del tutto naturali, se non hanno un comportamento alla luce simile a quello di un dente vero.
Quest’ultimo, lascia passare la luce, in modo che venga rifratta e riemessa dal dente stesso. È inoltre fluorescente e si illumina quando colpito dalla luce del sole. Per far passare la luce, è perciò indispensabile eliminare il metallo dalle strutture protesiche.

Le prime ceramiche senza metallo (metal free), non erano molto performanti. Oggi invece siamo in possesso di ceramiche molto estetiche (disilicato di litio) e resistenti (zirconia), che ci consentono di ottenere risultati estetici molto naturali.

L’estetica dentale non dipende solo dai materiali ma soprattutto dalle forme, dai rapporti e dagli spazi. L’occhio umano, nota infatti molto di più proporzioni dentali e forme sbagliate, che variazioni di colore.

 

È assolutamente possibile migliorare l’estetica del sorriso. Non è però sufficiente che il dentista prepari i denti e deleghi tutto all’odontotecnico. Bisogna previsualizzare il caso finito, che va costruito in cera sul modello, applicato in bocca con i provvisori, reso estetico e funzionale e copiato poi nei definitivi che devono essere costruiti con i giusti materiali.

Sono fondamentali le conoscenze del team dentista-odontotecnico e la padronanza delle corrette procedure. Vedi i casi clinici riguardanti le faccette estetiche dentali e la Riabilitazione Estetica dentale.

 

Tutti i pazienti mi chiedono quanto durino i denti finti. Io rispondo che, secondo la letteratura internazionale, la durata è in media 10 anni.

Si tratta di una media che non ha molto senso, poiché è come la storia di due persone delle quali, la prima mangia 2 polli, la seconda non mangia affatto, ma la media ne attribuisce uno a testa.

La durata dei lavori odontoiatrici è multifattoriale e dipende principalmente da:

  • Come è stato realizzato il lavoro;
  • Dai materiali usati;
  • Dalla cura del mantenimento con corretta igiene oraledomiciliare e in studio;
  • Dall’insorgenza o meno di patologie che ne mettono a rischio la durata, per esempio il diabete;
  • Da eventuali traumi.

È fondamentale sottoporsi a sedute periodiche di pulizia dentale in studio, comunicando all’equipe ogni variazione riguardante la propria salute orale e sistemica.

 

I Bambini dal Dentista

Verso i 3-4 anni bisognerebbe portare il bambino in studio, magari nell’occasione di un controllo dei genitori.

Il primo incontro del bambino con il dentista non deve essere una visita e non devono essere fatte terapie, è appunto solo un incontro conoscitivo durante il quale il bambino gioca, vede cartoni animati, disegna in un ambiente “amico”.

Per i bambini, un controllo dal dentista esperto in pedodonzia, è consigliato ogni 6-12 mesi.

 

La sigillatura dei denti è una terapia efficace a prevenire la carie, che può essere effettuata solo su molari e premolari. Consiste nell’applicazione, assolutamente indolore, di una resina bianca sulla superficie masticante dei denti. Qui sotto descriviamo nello specifico tutta la procedura:

  • I denti vengono puliti;
  • Ci si accerta che non ci siano piccole carie all’interno dei solchi che, in caso, vengono pulite molto delicatamente e in modo del tutto indolore;
  • Si tratta il dente con sostanze che lo predispongono all’incollaggio di una pasta bianca o trasparente;
  • Si appone la resina che aderisce al dente, sigillando i solchi ed impedendo il contatto fra lo smalto dentale ed i batteri che causano la carie.

La sigillatura aiuta a prevenire la carie solo sulle superfici masticanti. Per questo motivo, l’igiene orale deve comunque essere accurata, al fine di evitare che i processi cariogeni si formino in altre zone, come ad esempio tra un dente e l’altro.

 

Già a partire dal periodo della gravidanza la mamma dovrebbe essere molto attenta alla sua igiene orale, in modo da evitare di trasmettere al neonato i batteri della carie. Qui sotto riportiamo alcune informazioni utili per la corretta igiene orale del neonato e del bambino:

  • Le gengive dei neonati devono essere pulite con una garzetta umida;
  • Spuntati i denti da latte, è opportuno continuare a pulire i dentini con la garza. Non appena il bimbo cresce, occorre fargli prendere confidenza con lo spazzolino, iniziando per gioco;
  • Dai 2 ai 6 anni sono i genitori che devono spazzolare i dentini del bambino, utilizzando uno spazzolino morbido;
  • Dopo i sei anni di età, si rende ideale utilizzare dentifrici ricchi di fluoro e controllare sempre che il bambino sia accurato quando si lava i denti;
  • Per abbassare drasticamente il rischio di carie bisogna evitare il succhiotto con lo zucchero e l’uso del biberon per farlo addormentare. Il concetto fondamentale è che i denti devono essere puliti quando ci si corica a letto, per cui anche se il bambino assume zuccheri la sera, è importante fargli prendere l’abitudine di lavare i denti prima di dormire.

Si consiglia di iniziare a portare i piccoli pazienti dal dentista per bambini, già a partire dai tre-quattro anni di età, al fine di far prendere loro confidenza con l’ambiente e con lo specialista. Quest’ultimo si occuperà di accertare la presenza di una buona salute orale e, nel corso delle visite future, di verificare che il processo di dentizione avvenga nel modo corretto.

 

denti da latte devono essere curati. Ciò permette al bimbo di avere un ambiente orale sano, senza infezione. I denti decidui, consentono inoltre l’eruzione dei definitivi nella posizione corretta, per questo motivo è importante mantenerli in salute a al loro posto, fino al momento in cui non saranno pronti per cadere.

Molti genitori corrono dallo specialista solo quando il bambino avverte dolore, ma la cura del dentino dolente è decisamente più invasiva e complicata. Spesso, se il bambino è troppo piccolo, qualsiasi terapia si rende addirittura impossibile da effettuare.

Ecco perché, è davvero importante iniziare a sottoporre i piccoli pazienti a regolari controlli dal dentista per bambini già in tenera età, in modo da poter prevenire l’insorgenza di carie, di fastidiosi mal di denti e malocclusioni.

 

Igiene Orale

In farmacia si trovano frequentemente strumenti per effettuare la pulizia dentale fai da te, ma comunque una pulizia professionale resta sempre il metodo più efficace.

Se cercate una pulizia dentale profonda e duratura rivolgersi a un centro dentistico è fondamentale. In particolare, per chi soffre di tartaro, i prodotti per la pulizia fai da te possono fare poco rispetto a una pulizia completa dal dentista.

 

Compito del dentista è anche insegnare al paziente a prendersi cura dei denti con la corretta igiene orale.

I denti vanno puliti almeno tre volte al giorno, con spazzolino e dentifricio. Lo spazzolamento va effettuato con piccoli movimenti, per almeno 2-3 minuti. Il movimento dello spazzolino deve essere rotatorio, mantenendo lo spazzolino inclinato di circa 45° rispetto i denti.

Si consiglia anche almeno una volta al giorno l’utilizzo del filo interdentale, per evitare la formazione di tartaro e l’insorgenza delle carie.

 

Per prima cosa, è importante sapere che lo spazzolino deve essere nuovo, o comunque non avere più di tre mesi. Ecco un breve elenco, contenente le istruzioni per effettuare un corretto spazzolamento dei denti

  • Applica poco dentifricio sullo spazzolino asciutto, non bagnarlo prima di lavare i denti;
  • Appoggia lo spazzolino sulle superfici dei denti e procedi con lo spazzolamento, muovendo lo spazzolino in senso verticale;
  • Non spazzolare orizzontalmente, poiché ciò potrebbe causare danni a denti e gengive;
  • Pulisci bene tutte le superfici dentali partendo dalle gengive, cercando di raggiungere anche le zone difficilmente detergibili, come gli ultimi molari;
  • Spazzola le superfici interne, esterne e masticatorie di tutti i denti;
  • Non esercitare troppa pressione;
  • Spazzola i denti per almeno un paio di minuti consecutivi;
  • Utilizza preferibilmente uno spazzolino con setole medie o morbide, salvo diverse indicazioni del dentista.

Sarebbe inoltre indicato lavarsi i denti dieci minuti dopo i pasti principali. Se trovi difficoltà usando lo spazzolino manuale, puoi provare ad utilizzare quello elettrico, in grado di garantire ottimi risultati.

Per concludere e mantenere un’igiene orale ottimale non dimenticare di sottoporti, con cadenza semestrale o annuale, a una seduta di pulizia dentale professionale presso lo studio dentistico di fiducia.

 

Sì, il filo interdentale va usato ed è un ottimo presidio per pulire le superfici presenti tra dente e dente, non raggiungibili dallo spazzolino. Ecco come utilizzarlo:

  • Taglia un pezzo di filo interdentale non cerato (pulisce meglio) di circa 20 cm;
  • Arrotola i capi attorno alle dita medie e mantienilo in tensione con gli indici;
  • Inserisci il filo negli spazi interdentali con un delicato movimento orizzontale, fino a farlo scendere in prossimità della gengiva;
  • Avvolgi un dente alla volta e striscia il filo dalla base fino alla corona;
  • Ripeti la procedura sul dente vicino e così via, per ogni spazio interdentale.

Sarebbe ideale passare il filo prima di usare lo spazzolino, in modo che quest’ultimo abbia modo di eliminare dal cavo orale placca e batteri portati in superficie. Per maggiori informazioni sull’uso del filo interdentale, rivolgiti ai professionisti esperti in pulizia dentale, che fanno parte del team del nostro studio dentistico.

 

La placca batterica è un aggregato di germi, tenacemente adesi alle superfici dei denti. Si tratta di un biofilm dannoso, responsabile delle più comuni patologie orali, come carie e parodontiti. 

La saliva ricopre le superfici degli elementi dentari tramite una “pellicola” proteica che viene colonizzata dai batteri presenti in bocca. Questi, si cibano di zuccheri e producono un acido in grado di attaccare lo smalto. È in questo modo che si forma la carie dentale. La placca si accumula soprattutto nello spazio tra un dente e l’altro, alla base degli stessi, nei solchi e nelle fossette.

Una volta “bucato” lo smalto, lo strato più superficiale, i batteri hanno libero accesso agli strati profondi del dente fino ad arrivare alla polpa e allora… sono dolori! Quando avvertiamo dolore, la carie ha raggiunto il nervo e l’elemento deve essere devitalizzato. Meglio curarlo prima, non credete?

Una volta solidificata, la placca in certe zone calcifica, dando origine al cosiddetto tartaro, il quale deve essere periodicamente rimosso attraverso una seduta di pulizia dentale professionale.

L’alito cattivo si definisce alitosi, le cause di questo problema sono molte. Quasi sempre questo disturbo origina della bocca e le possibili cause sono:

  • Una cattiva igiene orale;
  • Infezioni gengivali e parodontali (piorrea);
  • La presenza di carie;
  • Alimenti particolari;
  • Il fumo;
  • L’abuso di alcool.

Il cibo che ristagna in bocca va incontro a processi di putrefazione che causano il cattivo odore. Anche la xerostomia, scarsa salivazione, può esserne causa.

Altre volte, invece, l’alitosi è causata da patologie che non hanno nulla a che fare con la bocca, come per esempio:

  • Il reflusso gastroesofageo;
  • Il diabete;
  • La cirrosi epatica;
  • Tonsilliti;
  •  

Il ruolo del dentista in questi casi è quello di individuare la patologia che causa il disturbo e consigliare al paziente il giusto trattamento di terapia conservativa o parodontologia. Se la problematica scatenante l’alitosi non fosse di sua pertinenza, dovrà indirizzare il paziente verso uno specialista di riferimento.

 

Esiste una figura professionale deputata alla pulizia dei denti e alla prevenzione, chiamata igienista dentale.

Si tratta di professionisti laureati in igiene dentale che, insieme ai dentisti, sono gli unici abilitati a svolgere sedute di pulizia dentale professionale all’interno dello studio dentistico. 

 

Conservativa

Sono lesioni dei denti causate dagli acidi prodotti dai batteri, in seguito al metabolismo degli zuccheri. L’acido corrode e buca lo smalto dei denti fino a raggiungere il tessuto sottostante, che si chiama dentina. La dentina è più tenera e perciò più aggredibile dai batteri, che la infiltrano fino a raggiungere la camera pulpare, la cavità che contiene vasi sanguigni e nervi.

Solo una volta infiammati questi tessuti, si instaura la pulpite con la comparsa di dolore, che può essere anche molto forte. A questo punto la cura della carie non è più sufficiente ed è necessario procedere alla devitalizzazione del dente

 

È importantissimo curare la carie quando ancora non fa male, prima che si approfondisca fino a raggiungere il nervo. Se la carie raggiunge la polpa dentaria, è possibile arrivare ad avvertire un dolore molto intenso. In tal caso, la semplice otturazione non è più sufficiente e si dovrà provvedere alla devitalizzazione del dente.

La terapia endodontica, oltre a indebolire l’elemento dentario interessato, allunga i tempi alla poltrona e concorre all’aumento dei costi. Per questo motivo, la prevenzione dentale si rivela sempre l’arma vincente per difendere la salute orale, non incorrere in fastidiosi mal di denti ed evitare sedute prolungate dal dentista. 

 

Si rimuove il tessuto cariato dallo smalto e dalla dentina, che appaiono rammolliti. L’asportazione della dentina deve essere eseguita fino a raggiungere il tessuto sano, che si riconosce perché è molto più duro. Una volta rimossa la carie, il dente va otturato. Ti spieghiamo come:

  • Si modella la cavità ottenuta perché sia idonea ad accogliere la pasta per l’otturazione;
  • Si tratta il dente con sostanze che consentono alla pasta di aderire;
  • Si applica la pasta;
  • La si fa indurire mediante l’uso di lampade che emettono luce ultravioletta;
  • Si rifinisce l’otturazione con delle frese apposite, per consentire una masticazione corretta;
  • La si lucida con dei gommini.

Come pasta da otturazione, per procedere alla cura delle carie si utilizza il composito dentale, un materiale resinoso di colore bianco, in grado di aderire al dente alla perfezione. L’otturazione deve essere effettuata sotto diga di gomma, una membrana che ha la funzione di isolare il dente dall’ambiente orale.

 

Devitalizzazioni

La devitalizzazione consiste nell’asportazione della polpa di un dente. Il canale radicolare, viene poi otturato con un materiale biocompatibile di origine vegetale, che prende il nome di gutta percha. Di seguito, riportiamo tutti i passaggi di questa procedura:

  • Viene asportata la polpa dentale, che comprende vasi sanguigni e nervi;
  • La camera pulpare e i canali che corrono lungo le radici del dente vengono opportunamente sterilizzati;
  • I canali vengono allargati e sagomati;
  • Queste strutture vengono otturate utilizzando la gutta percha.

La devitalizzazione del dente è una procedura chirurgica, pertanto è obbligatorio l’uso della diga di gomma, una membrana in grado di isolare il dente dall’ambiente orale e dai batteri.

La patologia principale che rende necessaria la devitalizzazione è la carie dentale, che raggiunge ed infiamma la polpa (vasi sanguigni e nervo all’interno del dente). Esistono però anche altre cause, le più frequenti sono:

  • Traumi dentali;
  • Sensibilità dentinale incoercibile con le normali tecniche di desensibilizzazione;
  • Ascessi e infezioni della polpa dentaria. 

In caso di traumi dentali, il dente viene devitalizzato e successivamente ricostruito. Ove presente poco tessuto dentale sano, è possibile recuperarlo attraverso l’applicazione di corone dentali o faccette estetiche in ceramica. 

 

Il dente devitalizzato può comunque cariarsi, poiché l’asportazione del nervo non diminuisce il rischio di carie. E’ perciò molto importante, ai fini della prevenzione, evitare di incorrere in carie di grosse dimensioni.

Al tempo stesso, è fondamentale mantenere una buona igiene orale anche in presenza di denti devitalizzati. La devitalizzazione del dente, è di fatto una procedura che elimina i sintomi dolorosi, ma non impedisce in alcun modo ai batteri cariogeni di poter attaccare lo smalto dentale. 

 

Subito dopo la devitalizzazione, il dente può essere ancora dolente per un periodo. A cose normali, il dolore decresce progressivamente fino a scomparire.

Il dente devitalizzato può invece far male anche dopo anni, a causa di cure canalari mal eseguite o in seguito all’instaurarsi di fratture e traumi dentali. Un elemento trattato con questa procedura è infatti più fragile e, purtroppo, più soggetto a rompersi.

Talvolta il dente può presentare dei microscopici canali secondari, non detergibili, praticamente impossibili da otturare. In questo caso, anche se la terapia canalare è stata ben eseguita, si può verificare la formazione di granulomi o di ascessi, che rendono necessario il ritrattamento del dente.

Non sempre il ritrattamento migliora il quadro clinico. Possiamo all’occorrenza provare a intervenire chirurgicamente, asportando la punta della radice malata. Questo intervento si chiama apicectomia. Se nemmeno questa procedura funziona, l’unica possibilità è l’estrazione chirurgica dell’elemento interessato.

 

Un dente devitalizzato può durare come un qualsiasi altro dente, in quanto ha lo stesso rischio di cariarsi.

Parodontologia

La parodontite è una malattia cronica del parodonto, l’organo che sostieni il dente, costituito da gengiva e osso alveolare.

La parodontite ha inizio con un primo stadio detto gengivite, per poi progredire a malattia parodontale.

La causa della parodontite è la placca batterica, costituita da una pellicola di batteri che producono delle tossine che vengono liberate e distruggono l’osso alveolare che sostiene i denti.

 

La parodontite parte sempre da una gengivite, anche se non tutte le gengiviti portano ad una parodontite.
Ci sono vari segnali d’allarme che possono essere sintomi di una piorrea:

  • Gengive infiammate.
  • Sanguinamento gengivale.
  • Gonfiore e dolore alle gengive.
  • Alitosi o alito cattivo.
  • Fuoriuscita di pus tra i denti.
  • Mobilità dei denti.

 

La prevenzione più efficace perché non si manifesti la parodontite è una corretta igiene domiciliare quotidiana almeno 2 volte al giorno utilizzando scovolino, filo interdentale e spazzolino, e delle sedute di igiene professionale in studio ogni 6 mesi.

Inoltre, è necessario adottare degli stili di vita sani ed equilibrati:

  • Non fumare.
  • Seguire un’alimentazione equilibrata.
  • Ridurre la quantità di zuccheri.

 

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